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Ancora danni alla cappellina cimiteriale

28/10/2010 - È di pochi giorni fa la notizia dei seri danneggiamenti subiti dalla cappellina cimiteriale di Maria SS. Assunta in Cielo, nel cimitero monumentale del Comune di Molfetta.
Risale all’anno 2008 l’ultimo più consistente restauro, che coinvolse il cancelletto d’ingresso, la crepa formatasi per l’incuria del tempo nel soffitto, oltre a lavori di pitturazione delle pareti e ripulitura delle lapidi. Tutto purtroppo è stato reso vano dal maltempo delle scorse settimane e dalla superficialità delle autorità preposte.
Il Comune, infatti, è stato più volte sollecitato a prendere provvedimenti circa lo stato di totale degrado in cui versa il cimitero monumentale. Il porticato crolla a pezzi, col rischio di recare seri danni ai visitatori: nell’area ovest, infatti, si sono verificati crolli di mattoni in corrispondenza dell’ingresso di cappelle gentilizie ancor oggi frequentate. Il tetto necessita di urgenti lavori di consolidamento, oltre che di impermeabilizzazione. Le antiquate canaline di scolo delle acque piovane necessitano di una continua, ma purtroppo mai puntuale, manutenzione.
Così si è verificato che le piogge torrenziali dello scorso 16 ottobre hanno inondato il tetto, confluendo nelle canaline di scolo otturate da rametti di pino e sterco di piccioni e, non trovando sfogo, sono stagnate in loco, invadendo, attraverso le crepe dei muri, le cappelle dell’Assunta e del Buon Consiglio, che ora versano in stato pietoso. Per giunta la situazione d’emergenza si è verificata a pochi giorni dall’inizio del mese dei defunti, in cui la cappellina è particolarmente frequentata.
Molti visitatori, anche da fuori città, tornano nel mese di novembre a Molfetta per visitare le tombe dei defunti nella nostra cappella. Di certo la Confraternita non darà buona impressione di sè, nonostante la responsabilità dello scempio non sia da imputare in alcun modo alla Confraternita stessa. Tanto più che sono pochissimi coloro che versano puntualmente la quota per il deposito dei resti mortali dei defunti negli ossari. Nell’ipogeo, inoltre, sono tumulate a deposito tre salme da più di trent’anni, senza che nessuno si preoccupi di versare l’offerta annuale.
Una matassa assai aggrovigliata, che la nuova Amministrazione, data la necessità impellente di loculi, sarà chiamata a sbrogliare con urgenza.
Intanto è stata scartata l’idea, annunciata poche settimane fa, di traslare la copia dell’icona dell’Assunta presso la cappella, onde evitare seri danneggiamenti a seguito dell’umidità, oltre al pericolo di ruberie che mani sacrileghe continuano a perpetrare nel luogo sacro nella totale indifferenza delle autorità competenti.



Pietro Angione

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