San Corrado: il principe che si fece monaco

10/02/2008 -
Nella Solennità del Santo Eremita Corrado, che la nostra città tempo addietro scelse come speciale Protettore ed Avvocato presso Dio, una buona rappresentanza di confratelli, su invito del Comitato Feste Patronali, ha partecipato con le insegne al Pontificale celebrato presso la Cattedrale di Molfetta dal Vescovo Mons. Luigi Martella. La Festa Liturgica di San Corrado di Baviera è stata particolarmente solennizzata al mattino con l’ostensione della reliquia del teschio del Santo, che per la prima volta è stato esposto alla vista dei devoti, per essere poi deposto all’interno del busto reliquiario, recentemente restaurato.
La ricorrenza ha suscitato non poca emozione tra i devoti, che hanno potuto guardare “negli occhi” il Patrono. Essa inoltre, unita al secolare fascino che la santità di Corrado esercita sul popolo di Molfetta da tempo immemorabile, ha lasciato scaturite toccanti riflessioni.
Stupisce innanzitutto osservare come l’esempio di San Corrado sia ancora attuale a novecento anni dalla morte. Egli, avendo aderito sin dalla prima infanzia alla vocazione comune alla vita cristiana, seppe aderire giovanissimo alla vocazione speciale che Dio aveva per lui pensato sin dall’eternità. Egli non si lasciò distogliere dal richiamo del mondo: tutto il suo essere divenne campo di battaglia tra il Maligno, che gli prometteva un’esistenza di agi e potere, ed il Signore, che con flebile voce gli sussurrava il suo «Seguimi» tutto speciale, pensato su misura della sua persona. Corrado seppe mettersi in atteggiamento di ascolto, ed una volta scoperta la vocazione alla vita consacrata, alla preghiera ed alla penitenza, abbandonò la strada che altri avevano pensato per lui, quella della successione come Arcivescovo a Colonia, e si fece monaco cistercense, rinunciando al titolo nobiliare ed agli agi connessi col suo rango, acquisendo infiniti meriti presso Dio, e divenendo serbatoio infinito di grazia che il Signore oggi riversa a piene mani nel riparare alle infinite mancanze di coloro che si affidano al Suo potente patrocinio.
La Chiesa, assistita dallo Spirito Santo, ha riconosciuto anche ufficialmente la santità di Corrado, tanto che oggi possiamo dire con certezza che la sua anima risiede nel seno di Dio. Il corpo invece, lasciato da Corrado in terra al momento della morte, riposa nella nostra Cattedrale, in attesa della Risurrezione Finale.
Quale onore per la nostra città quello di potersi dire guardata con predilezione, giacchè Dio Misericordioso volle proprio erigere in Molfetta il trono di gloria del suo servo San Corrado!
Forse alla fine dei tempi, qualora Iddio vorrà assumere anche noi nella Sua Infinita Sapienza, scopriremo che la nostra città è rimasta salda nella fede, pur nel terremoto della scristianizzazione odierna, proprio perchè Corrado ha retto le sue fondamenta cristiane con le sue mani, con quella discrezione che gli è connaturata. Allora le parole non saranno sufficienti ad esprimere il nostro ringraziamento al Signore per il dono delle reliquie, dell’esempio, della santità, della persona di San Corrado: il principe che si fece monaco.


Pietro Angione

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