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Restauro cappella gentilizia della Confraternita

14/05/2008 - Da pochi giorni alla cappellina cimiteriale del Sodalizio di Maria SS. Assunta in Cielo è stato restituito il giusto decoro. Infatti, tra le finalità della Congrega, rientra anche il culto dei defunti: i confratelli e consorelle hanno diritto dopo alla morte al deposito presso la cappellina, con successiva inumazione dei resti mortali negli ossari, oltre alle annuali messe in suffragio durante la quindicina di agosto.
Il complesso del gentilizio si compone di due vani: la cappellina, a livello del piano stradale, dove sono collocati gli ossari ed un altare dedicato alla Madonna Assunta in Cielo, e l’ambiente ipogeo, in cui si trovano i loculi per il deposito delle salme. Solo tre di essi sono ancora oggi occupati.
La stanza ipogea è più ampia rispetto a quella superiore, e si estende fin sotto l’area del porticato, come si evince da una fessura visibile sul bordo del marciapiede. L’area ipogea corrispondente al porticato è dotata di mensole ove sono poggiate le cassette che custodiscono i resti umani più antichi.
La cappellina, negli ultimi tempi, aveva subito più volte danni di ogni tipo: un incendio provocato da un lumino acceso innanzi all’altare, diversi allagamenti dovuti ad infiltrazioni di acqua piovana da una crepa del soffitto con conseguente distacco degli intonaci, il furto di basole di pietra dal pavimento prospiciente l’ingresso, sotto il porticato, operato da ignote mani sacrileghe nel 2007. Inoltre il cancelletto d’ingresso, essendo la serratura ormai inutilizzabile, era dotato di una catenella con lucchetto che, oltre ad essere antiestetica, non garantiva la sicurezza al luogo sacro.
Già dal suo insediamento, nel 2005, l’Amministrazione aveva inserito tra i progetti da realizzarsi nel corso del primo mandato quello di restaurare la cappellina, che già versava in condizioni a dir poco fatiscenti. Tuttavia, il sopraggiungere di numerose spese interne, unito all’ingente costo dei lavori da effettuarsi, ha di molto ritardato l’inizio dei lavori. Per giunta ben pochi tra i parenti dei defunti inumati nel gentilizio si sono mostrati disponibili ad una discreta collaborazione economica, tanto da spingere la Congrega alla decisione di sobbarcarsi interamente le spese.
A soli tre mesi dall’inizio del secondo mandato, l’Amministrazione ha portato a termine anche questo progetto. I lavori hanno incluso la verniciatura delle pareti, la pulizia delle lapidi, lavori di muratura per la chiusura della crepa del soffitto, restauro e riverniciatura del cancelletto.
Subito dopo la riapertura, l’Amministrazione ha disposto il divieto di introdurre lumini e ceri accesi che potrebbero pregiudicare la sicurezza del luogo sacro.

Pietro Angione

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